Abbiamo sempre sentito parlare di Artemisia Gentileschi e meno di Orazio, suo padre, anche lui pittore, attivo nelle Marche nel secondo decennio del Seicento. A togliere la patina dell’oblio su quest’artista è una grande mostra dal titolo La luce e i silenzi: Orazio Gentileschi e la pittura caravaggesca nelle Marche del Seicento, (sino a dicembre 2019), allestita negli spazi della Pinacoteca Civica Bruno Molajoli di Fabriano, il Duomo e la Chiesa di San Benedetto.
Patrocinata dalla Regione Marche, dal Ministero per i Beni e le Attività culturali, dal Comune di Fabriano e Anci Marche, la mostra vuole evidenziare l’influenza del Caravaggio sulla produzione del Gentileschi e su capolavori come la Circoncisione, con La Vergine del Rosario proveniente dalla Pinacoteca Civica, la Visione di Santa Francesca Romana (Galleria Nazionale delle Marche), la Maddalena per l’Università dei Cartai, e ancora le opere della Chiesa di San Benedetto e della Cattedrale di San Venanzio, tra cui la Crocefissione. Insieme in questa esposizione, curata da Anna Maria Ambrosini Massari e Alessandro Delpriori, troviamo i capolavori realizzati tra Ancona (1606-1607) con quelli di Fabriano (1613-1619). La mostra fa parte del progetto Mostrare le Marche, nato dal protocollo d’intesa fra la Regione, il Mibac, l’Anci Marche, la Conferenza Episcopale e i Comuni di Macerata, Ascoli Piceno, Fermo, Loreto, Matelica e Fabriano per promuovere la conoscenza e lo sviluppo dei territori colpiti dal sisma del 2016. L’esposizione chiude il ciclo di cinque mostre, che hanno già interessato diverse città delle Marche. Nato come progetto fortemente legato al territorio la rassegna rappresenta un’occasione unica per ammirare opere significative di un momento fra i più memorabili della storia dell’arte, e consente di scoprire le influenze che l’opera di Caravaggio ebbe sugli artisti marchigiani. Non solo, le opere esposte consentono un excursus nella vasta produzione di Gentileschi, in bilico tra la visione classicheggiante di Raffaello e l’espressività di Caravaggio, con uno sguardo rivolto allo studio delle composizioni dalle forme compatte e colori accesi e la dimensione poetica delle figure smorzate dalla luce calda. Influenze, progetti, il percorso di una vita è condensato nei quadri esposti a Fabriano. L’ammirazione per Caravaggio scoperto dal pittore pisano nel 1600 in San Luigi dei Francesi, gli affreschi di Annibale Carracci osservati nella Galleria Farnese e lavorando nel Palazzo del Quirinale, ebbe modo di vedere gli affreschi di Guido Reni sulla Vita della Vergine e quelli di Lanfranco nella Sala Regia dello stesso palazzo, che porrannno le basi della decorazione barocca. Grazie a questo imperdibile appuntamento è possibile osservare Orazio Gentileschi non più come semplice maestro di artisti come Artemisia Gentileschi, Hendick Tebruggen e Vermeer, ma come grande interprete dell’arte del Seicento italiano.