Il ritorno di Sant’Efisio a Cagliari: un tripudio di fede e tradizione
Dopo un viaggio di quattro giorni, il simulacro di Sant’Efisio ha fatto il suo ritorno a Cagliari, accolto da una folla festante e commossa. La processione di rientro, che si è snodata per le vie cittadine ha rappresentato il culmine della festa religiosa più sentita della Sardegna, un evento che coniuga fede, tradizione e identità culturale.
Un pellegrinaggio ricco di emozioni
La giornata di ieri è stata caratterizzata da un’atmosfera di grande devozione e partecipazione popolare. Sin dalle prime ore del mattino, centinaia di fedeli, hanno accompagnato il santo lungo il percorso della processione, indossando i tradizionali abiti sardi.
Fede e tradizione: un connubio indissolubile
La festa di Sant’Efisio rappresenta un’importante occasione per celebrare la devozione verso il Santo guerriero, considerato il protettore di Cagliari e della Sardegna dalla peste. La sua figura, carica di storia e leggenda, incarna i valori di fede, coraggio e altruismo che da sempre hanno caratterizzato il popolo sardo.
Oltre al suo profondo significato religioso, la festa di Sant’Efisio rappresenta anche un’importante manifestazione di identità culturale. I costumi tradizionali, i canti e i balli che accompagnano la processione sono una testimonianza viva delle antiche tradizioni sarde, tramandate di generazione in generazione. Con lo scioglimento del voto si sono rinnovati i valori di fede, tradizione e identità che accomunano il popolo sardo.
Lo scioglimento del voto
Il simulacro è giunto davanti alla chiesa alle 23.30 e alle 23.49, al termine della messa, Andrea Loi il presidente dell’Arciconfraternita ha dichiarato sciolto il voto per il 368esimo anno nei confronti di Efis, il Martire guerriero che liberò Cagliari dalla peste.